Itinerari guidati a Pesaro per l’estate 2021.
Giovedì pomeriggio visita al centro storico, con ingresso in alcuni edifici monumentali (Cattedrale, Sinagoga, Chiesa del Nome di Dio)
Venerdì pomeriggio itinerario tematico: “Pittura a Pesaro prima e dopo Raffaello” (con ingresso ai Musei Civici ed altri siti culturali)
raccoglie opere di primitivi veneti, emiliani e toscani, la raccolta dei collezionisti bolognesi Hercolani e di altre nobili famiglie locali nonché dipinti provenienti da chiese pesaresi e del territorio. Di particolare interesse: “L’Incoronazione della Vergine” di Giovanni Bellini (1430/35 – 1516) opera capitale del grande pittore veneziano e “la Caduta dei Giganti” di Guido Reni (1575 – 1642).
può considerarsi una delle più importanti, nel suo genere, a livello europeo, in particolare per la qualità e la quantità delle maioliche cinquecentesche. Notevoli anche i pezzi del secolo XVIII decorati con motivi floreali.
Gioachino Rossini vi nacque, in una stanza al primo piano, il 29 febbraio 1792. La casa è di impianto quattrocentesco con aggiunte e modifiche risalenti al XVIII secolo. Il nucleo essenziale del museo rossiniano, allestito al pianterreno, al primo e al secondo piano della casa, è costituito da una raccolta di stampe dell’Ottocento donate dal parigino Alfonse Hubert Martel e da altri ricordi e cimeli legati alla vita e all’attività artistica del Maestro.
La facciata dell’edificio, romanico-gotica, appartiene alla chiesa del XIII secolo, la cui costruzione iniziò alla fine del 1200 e fu ultimata a metà del XIV secolo con il completamento del campanile. L’architettura della cattedrale fu più volte modificata nel tempo, e, nella seconda metà del XIX secolo fu integralmente ricostruita, assumendo le attuali forme di stile neoclassico.
La visita ai mosaici della Cattedrale varrebbe da sola una visita alla città: da poco tempo parzialmente visibili attraverso aperture in cristallo posizionate su un pavimento “provvisorio”, suscitano un’intensa emozione al primo sguardo. I pavimenti a mosaico sono due, a quote diverse.
è visibile attualmente in piccolissima parte. È pertinente ad un edificio sacro paleocristiano distrutto da Vitige all’inizio della Guerra Gotica (535 d. C.). Nel grande locale centrale i mosaici sono disposti su tre file longitudinalmente, la stessa disposizione sarà poi mantenuta per i tappeti del mosaico superiore, ove si ripetono anche gli schemi di alcuni disegni geometrici.
L’edificio originario viene adattato alle esigenze del culto e ampliato verso l’attuale altare, incorporando locali pavimentati a mosaico.
a 1,60 m. dal piano di calpestio del XIX sec., ha un impianto risalente al VI secolo in base ad un’iscrizione rinvenuta durante i lavori di scavo iniziati nel 1990 che l’architetto del XIX sec. non aveva individuato.
Il clipeo dedicatorio nella navata centrale, in corrispondenza dell’ingresso della basilica. La scritta è in lettere capitali. La dedica recita: ” AUXILIANTE / DEO ET INTERCEDEN/TE BEATA MARIA IOH/ANNIS VIR GLORIOSUS / MAGISTRO MILITUM / ET EX CONSUL PROVIN/CIAE MYSIAE NATUS / HANC BASILICAM / CUM OMNI DEVOTI/ONE ET DESIDERIUM / A FUNDAM(ENT)IS CONSTRU(XIT)”.
Il pavimento di Pesaro è una sintesi unica, di espressioni figurative che mostrano la stratificazione della storia religiosa e sociale dal VI al XIII secolo, dalla dipendenza orientale bizantina alle nascenti nazionalità dell’Europa. Pesaro occupava una posizione mediana lungo la rotta dei pellegrinaggi e dei crociati dall’Europa verso l’Oriente e verso Gerusalemme.
Per il pavimento musivo della cattedrale sono state notate analogie con temi decorativi di San Marco a Venezia (XI-XII secolo), della cattedrale di Termoli (fine XI – inizio XII secolo) e delle cattedrali di Otranto, Brindisi e Santa Maria a San Nicola alle isole Tremiti.
È il più importante edificio rinascimentale della città. Vero palinsesto architettonico, è di impianto malatestiano; su Piazza del Popolo domina la facciata principale della dimora fatta edificare da Alessandro Sforza a metà del XV secolo.
L’interno invece è il risultato degli interventi realizzati nell’arco di un secolo dai Della Rovere, succeduti agli Sforza dal 1513: imponente il Salone Metaurense (soffitto ligneo con le imprese roveresche); decorati con pregevoli affreschi e stucchi gli appartamenti ducali e la loggia del giardino segreto.
Sontuosamente arredati, decorati con affreschi di Romolo Liverani e arricchiti da dipinti di varie epoche, gli appartamenti degli ospiti.